L’ipertensione arteriosa è una patologia caratterizzata da elevati valori di pressione arteriosa; rappresenta un problema medico largamente diffuso nella popolazione adulta con importanti ripercussioni sulla salute del soggetto, poiché costituisce un fattore di rischio per l’insorgenza di patologie gravi a carico di organi bersaglio come cuore, cervello e rene.
Attualmente si definisce “iperteso” un soggetto che presenti una pressione arteriosa uguale o superiore ai valori di 140/90 mmHg. Fondamentale per la diagnosi di ipertensione arteriosa il monitoraggio dinamico nelle 24 ore della pressione arteriosa (Holter pressorio).
La presenza di alterazioni a carico degli organi bersaglio (cuore, reni, arterie) influenzano notevolmente il rischio cardiovascolare del paziente e guidano la terapia farmacologica. L’eccesso di peso può favorire l’insorgenza di ipertensione arteriosa. Un consumo eccessivo di sale può favorirne l’instaurarsi, soprattutto nelle persone predisposte. Per tale motivo risulta importante un regime alimentare adeguato.
Gli obiettivi del trattamento dietetico per i pazienti affetti da ipertensione arteriosa sono:
La dieta deve prevedere un apporto calorico adeguato ed essere il più possibile varia.
Ridurre progressivamente l’uso di sale sia a tavola che in cucina. Preferire al sale comune il sale arricchito con iodio (sale iodato).
Limitare l’uso di condimenti alternativi contenenti sodio (dado da brodo, ketchup, salsa di soia, senape, ecc.) e prediligere erbe aromatiche (come aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia, menta, origano, maggiorana, sedano, porro, timo, semi di finocchio) e spezie (come pepe, peperoncino, noce moscata, zafferano, curry) per insaporire i cibi. È possibile esaltare il sapore dei cibi usando anche succo di limone e aceto.
Consumare solo saltuariamente alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, olive da tavola, alcuni salumi e formaggi).
Importante effettuare regolare attività fisica. Nell’attività sportiva moderata reintegra con la semplice acqua i liquidi perduti attraverso la sudorazione.
Gli studi che hanno valutato gli effetti della riduzione dell’apporto di sale nella dieta confermano che negli ipertesi la diminuzione del sale nella dieta comporta mediamente una riduzione della pressione sistolica di 5 mmHg e della diastolica di 3 mmHg.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non introdurre più di 2 grammi di sodio con la dieta giornaliera. Un grammo di sale contiene circa 0,4 grammi di sodio, pertanto due grammi sodio corrispondono a circa 5 grammi di sale da cucina, che sono all’incirca quelli contenuti in un cucchiaino da the.
Nel calcolo del consumo giornaliero di sale complessivo va tenuto in considerazione anche il sodio contenuto negli alimenti e nelle bevande. Occorre fare attenzione a quello che si mangia valutando approssimativamente il contenuto di sale e quindi di sodio.
Alcuni esempi di quantità di sodio nascoste nel piatto:
Fonte: Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
La glicirrizina, un principio attivo presente nella liquirizia, può interviene sui livelli di aldosterone, un ormone che regola la pressione arteriosa, ed aumentarla lievemente se assunta in quantità molto elevate. Pertanto la liquirizia, consumata regolarmente ed in quantità elevate non è indicata per chi soffre di ipertensione arteriosa.